
D-Thinking
D-THINKING - La storia di DSB parla.
Prima di scrivere queste note mi sono ascoltato due o tre volte di fila una canzone di Pino d'Angio - Gente intelligente.
Che spesso interviene su questa pagina dimostrando di non esserlo.
Ieri ho presentato un nuovo marchio per DSB: Teewing.
Ci stanno interventi tipo: è cara oppure non mi piace - accetto opinioni legate la prodotto in se stesso.
Invece alcuni commenti entrano nello 'spirito di DSB' e nella sua, ossia mia, filosofia di prodotto.
Dicendo appunto cose senza conoscere i fatti, senza conoscere me e la mia storia solo per il piacere di offendere. DSB nasce per importare marchi, marchi spesso - anzi quasi sempre - sconosciuti, per farli crescere.
Può andare bene o andare male.
Dal nulla abbiamo lanciato o fatto crescere una quantità innumerevole di marchi, pensate a Rocky Mountain oppure a CrankBrothers o Santa Cruz tanto per dire.
L'ultimo è stato Mondraker.
Ecco la storia, siamo ad oltre 20 anni fa. Rocky Mountain a quel tempo era uno dei marchi più cari e nella fascia 'bassa' non riuscivamo a vendere nulla. E i nostri rivenditori dovevano per necessità coprire tutte le fasce prezzo. Conoscevo da tempo il proprietario di Mondraker, Paco, perché ci incontravamo ai meeting di presentazione prodotti (per chi non lo sapesse Mondraker nasce da una costole di TeamBike uno dei più grandi distributori di Spagna). Paco mi dice che vuole iniziare a vendere all'estero e io gli rispondo che sono interessato.
La gamma a quel tempo era fatta da bici 'basiche' con telai comprati a TW e semplicemente rimarchiati, che tuttavia andavano a posizionarsi perfettamente nei prezzi che ci servivano sotto Rocky. I modelli vendibili erano due: Factor e Foxy, due escursioni, due colori grigio scuro e nero. E front come 100 altre.
Abbiamo deciso di importare Mondraker dicendo ai rivenditori - ripeto a quel tempo: Mondraker è il completamento alle Vostre necessità di bici economiche e semplici, con il prezzo giusto, sotto Rocky Mountain.
Per anni per Voi e anche per i rivenditori Mondraker è stato chiamato MANDRAKE perché nessuno la conosceva e perché i prodotti erano quello che erano.
Mondraker poi - grazie a Miguel Pina - ha iniziato a staccarsi dai telai 'open mold', ha iniziato a lavorare con Cesar Rojo (oggi Unno), ha brevettato la sua sospensione ZERO e fatto un team DH arrivando a prendere Fabien Barel. Ultima ciliegina (che all'inizio molti non hanno capito) la Forward Geometry.
Tutti questi passi hanno cambiato il DNA di Mondraker e i relativi prezzi e non è stato semplice riposizionare il marchio all'interno dell'offerta negozi da 'sotto' Rocky a competitor globale. Ma ripeto grazie al nostro duro lavoro (lavoro di DSB) e ai Rivenditori che ci hanno creduto (molti ci hanno lasciato ai tempi e molti oggi sono tornati indietro) lo abbiamo fatto facendo diventare Mondraker in Italia uno dei casi di maggior successo per un distributore di bici indipendente.
Ecco oggi Teewing è la stessa scommessa fatta a suo tempo con Mondraker: prendere un marchio che è sconosciuto, con telai semplici ma che (provato e non con le chiacchere) funzionano ed al giusto prezzo cercando - come fatto con Mondraker - di aiutarli a crescere per poi passo dopo passo avere design, grafiche, marketing a livello dei competitor.
Ce la faremo? Come faccio a saperlo?
Post Mondraker abbiamo perso il 75% di fatturato, molti avrebbero smesso.
Io NO perché amo questo lavoro e amo prendere prodotti non famosi e scommettere su questi.
Non vi piace DSB e la mia filosofia del lavoro? Leggete altre pagine.
Ma se non conoscete la mia storia non parlate.
Davide Bonandrini.

Rocky Mountain Bicycles Instinct Powerplay SL
Ci sono molti modi di parlare di biciclette.
Il mio è molto semplice: amo tutte le biciclette. Una bici per me ha sempre uno scopo. Poi ho le mie preferenze e convinzioni sia chiaro.
Come già detto faccio parte di quella schiera di persone che mentre usa una Ebike vuole comunque 'fare una parte del lavoro ' e non farsi traportare in cima. Sembra una banalità ma da qui nascono tutte le discussioni che leggo nei forum e sui blog.
Ed è per questo che io sono uno dagli 'amanti' delle light Ebike: perdi qualcosa in potenza e velocità ma - nel mio caso - mi fanno sentire più vivo.
Il mercato dice diversamente e lo rispetto, non sono Don Chisciotte
Ora il test.
La Instinct SL è la Rocky leggera. Ha un motore che - AD OGGI - ha 65nm di coppia e 550w di picco. Batteria da 480 wh, escursione posteriore da 145, ant. da 160 e ruote da 29. Pesa 19 kg con pedali.
Bici settata con Eco a 40, Trail a 60, Trail+ a 80, Ludicrous a 100, Boost a +2 ossia il più sensibile.
Classico giro di Bergamo: Madonna del Bosco, Sombreno, Maresana con salita dai ripetitori, discesa e per tornare a casa salita in Città Alta. Partito con batteria al 94% - tornato con batteria 31% - dislivello 1017m per cui potenzialmente io potrei fare 1017:(94-31)*100 = 1600 metri potenziali senza race extender rocky da 310 wh che permetterebbe altri 1000 metri (sempre teorici) ossia 2500-2600 metri potenziali.
Come va questa bici?
Io sono da sempre SOSTENITORE ASSOLUTO DEL MOTORE ROCKY e anche in questa versione lo confermo: non esiste motore che si avvicini maggiormente alla pedalata di una bici normale.
Qui ancora meglio della versione full power perché ha molto ma molto meno attrito e quando raggiungi i 25 kmh puoi davvero pedalare se ne hai. E puoi veleggiare a 25 in eco facendo davvero zero fatica.
Il motore spinge come una ebike normale fino su salite del 7/8% poi ti accorgi che devi scalare di rapporto e fare parte del lavoro ma come potete vedere dai battiti mai da farti morire.
Do un riferimento che a molti può interessare Strava misura un tratto chiamato Maresana (versione lunga) sono 3,31km con pendenza media del 7% (con punte al 14%) su asfalto: con questa bici usando il Trail ho impiegato 12,45 minuti. Con la bici con motore DJI ho impiegato 11,13 minuti.
Quindi su asfalto o salita sterrata la bici potente domina.
Ma prendo un altro settore: Maresana-Antenne 1,31 km pendenza media 5,2% (con punte 12%) su terreno ampio ma molto smosso ossia dove devi almeno guidare un poco e cercare una traiettoria: Rocky 7,35 minuti, DJI 7,22 minuti. Entrambi in trail.
Nel mio test quindi sul tecnico dove la guida impatta la differenza decresce.
Ho anche il tempo su una discesa di 2 minuti e Rocky ha fatto meglio di 4 secondi che sono poco significativi, basta che sbagli con una delle due bici la curva e i dati potrebbero invertirsi, anche se a onor del vero la bici DJI era una enduro.
La Instinct si guida come tutte le Rocky: ci sali e ti senti subito in posizione, facile da guidare. 145mm che bastano nel 99% dei casi e perfetti per le SL.
Il test mi conferma che io mi trovo con le SL: due ore di bici, nessuna ansia da batteria, il solo pensiero è guidare al meglio, cercare la traiettoria, divertirmi e allenarmi un pochino. Una SL (di qualunque marchio) ha certamente limiti di batteria e potenza rispetto ad una full power. Non può esserci dibattito su questo. Questo però non significa che siano bici senza un senso o uno scopo.
Ti puoi divertire con qualsiasi bici, qualsiasi. Con qualsiasi forma o escursione. Con o senza motore.
Le SL (ripeto, per gente come me) esprimono al meglio il concetto di divertimento in bici.




Whyte Bikes Elyte Stag Works con motore Bosch Cx Gen5
Partiamo da un presupposto: anche in Ebike senza esagerare, tuttavia un pochino di fatica la voglio fare.
Prima volta con race extender montato dall’inizio.
Prima volta post aggiornamento Bosch.
Che non mi è servito.
Partito da Temu quindi al dislivello segnato aggiungete altri 100 metri.
Partito con batteria 95%. Arrivato con batteria 30 %.
La bici con 400 + race extender da 240 =640 complessivi.
E quando ho presentato questa bici tutti a dirmi: si ma il cliente vuole sempre più batteria. Sicuramente è cosi ma, saremo il nulla nel mercato - c’è chi come me che mette la guida davanti alla batteria.
Tornando a noi: circa 1500 metri di dislivello con 65% consumato, significa circa 230 metri ogni 10% ossia 2300 metri potenziali.
Mai in eco (che non sono mai riuscito a usare troppo debole) e tutto il giro in Tour, che mi ha permesso di fare tutto il giro con un basso livello di fatica (vedi foto battiti a dimostrazione).
Volevo andare più forte: no, ero con amici pari livello.
Mi è mancata potenza: MAI ripeto per come considero io la Ebike.
DJI meglio per un giro simile: torniamo al punto vero e ognuno può solo rispondere per se stesso, quanta fatica voglio fare? Perché questa è la sola e vera domanda da porsi. Con onestà.
Meno fatica vuoi fare più oggi Dji è il tuo motore.
Io ad esempio resto un amante del motore Rocky Mountain. La maggior parte la pensa diversamente ma per me il ‘natural feeling‘ di Rocky batte qualsiasi altro motore.
Poi ha altri difetti che io accetto.
Come si guida questa bici: chi crede che il baricentro basso sia una favola per vendere dovrebbe prima provarla. Una guida da favola.
Gira nei tornanti facile facile. Ti perdona le imprecisioni di guida (qui sono re assoluto) senza farti sentire impedito.
Devi abituarti alle pedivelle da 155.
(Poi vuoi che non capiti l’incazzatura nel giro: il telescopico che faceva le bizze.)
Bosch senza futuro: non ho certezze e comanda il mercato ma oggi non mi è mancato nulla e la sola cosa che vorrei è più gambe non più motore.



D-THINKING - Consumer direct
Due importanti marchi che finora vendevano 'consumer direct' a breve comunicheranno un cambio di strategia 'almeno per le ebike' torneranno nei negozi fisici.
Questo perché gestire i problemi che una ebike può avere senza un punto vendita fisico, vicino ai consumatori è impossibile ed il consumatore mica può imballare ogni volta la bici...
A conferma che 'consumer direct' non è tutto oro... e i bilanci lo dimostrano.
E' una vittoria per il rivenditore tradizionale.
Basta che abbia memoria e non dimentichi chi prima ha cercato di metterlo a 90 fregandogli i clienti.
Ma so già che spesso molti hanno la memoria dei pesci e dimenticheranno cosa dicevano di questi marchi fino a ieri.

EUROBIKE - Fine di un'era?
Sono stato a tutte le precedenti edizioni. Sempre.
E mai ho visto una Fiera 'morta' come quest'anno.
Spazi vuoti - riempiti solo last minute con piazze per incontrarsi - una valanga di marchi assenti.
Secondo me almeno 35% in meno di stand.
E stand tutti più piccoli anche per chi era presente.
Motivi?
La crisi che tutti ci auguravamo terminata, sfortunatamente è ancora qui e lo sarà ancora per un anno. Quindi le precedenti stime di anno 2025 come prima riscossa per tutta Europa sono da dimenticare.
Ne consegue che molte aziende risparmiano sui costi che reputano meno utili oggi o con meno conseguenze.
Anche il format forse ha fatto il suo tempo, diversi mi hanno detto che le fiera tradizionale è in crisi (anche Ispo è nella stessa situazione).
La data è stata poi un altro errore: troppo presto. I rivenditori oggi giustamente pensano a vendere e Giugno è un mese troppo importante.
Nei molti colloqui che ho avuto con aziende di bici la vera loro preoccupazione non è DJI (è molto presente nei colloqui sia chiaro ma l'onda che ha in Italia per ora non è l'onda che hanno altri paesi) ma come riuscire a gestire una situazione dove i rivenditori oggi vorrebbero poter lavorare ed ordinare solo quando il cliente ordina a sua volta. Non stiamo parlando dei marchi top dimensionalmente che bene o male ancora un po' di forza contrattuale l'hanno ancora, parlo di aziende anche ottime ma non fondamentali al rivenditore per sopravvivere e che senza previsioni di acquisto non sanno che 'pesci pigliare' (lo stesso vale per DSB che non sa dove picchiare la testa)
Si sa che il vecchio sistema (ossia ordini fatti con largo anticipo) è forse sepolto ma allo stesso tempo si sa anche che senza un minimo di previsione/programmazione molte aziende dovranno passare a miglior vita.
Per gli accessori la situazione è migliore e piano piano si sta vedendo una normalità.
Come detto io torno non sapendo minimamente che strada pigliare e questo in oltre 30 anni è la prima volta che mi accade.
Ho visto poche cose interessanti e un paio spero di potervele presentare a breve

D-THINKING - Siamo stupidi ?
E' la domanda provocatoria che la rivista ebike-mtb si è posta e a posto ai principali responsabili aziende Ebike .
Il presupposto della rivista è che se non stiamo attenti, se le aziende stesse non si pongono limiti e regole concordate saranno poi i decisori di Bruxelles a farlo.
Oggi le Ebike godono di una agevolazione specifica (no bollo, no assicurazione, no caco obbligatorio) perchè vengono considerate mezzi per uno sviluppo sostenibile soprattutto in ambito urbano.
E - per ora - possiamo andare nella maggior parte dei sentieri aperti alle bici normali.
Prosegue dicendo che la corsa alla potenza 'non necessaria' rischia di portare più danni che vantaggi a lungo termine al settore.
Porta a sostegno della tesi due argomenti: i risultati del loro sondaggio su quale livello di assistenza un utente mtb usa in media (solo il 5% usa regolarmente il turbo) e il loro test dove una delle migliori bici in salita non è quella con maggiore potenza.
Potete leggerlo in dettaglio qui sotto.
Il mio parere.
Faccio parte di chi usa Ebike con assistenza media. Non mi interessa il tempo di risalita e non mi interessa 'non fare un pò di fatica'.
MI INTERESSA COME LA BICI SI GUIDA NEI PUNTI OSTICI IN SALITA MA SOPRATTUTTO IN DISCESA.
E' evidente tuttavia che il ciclone DJI (quindi Cina) in un mercato dominato finora da motori tedeschi influenza in parte l'analisi della rivista.
La potenza è una bellissima cosa (parlo da super malato di auto) ma il rischio di chiusura sentieri più le Ebike si avvicinano alle Emoto è concreto . Più potenza permette di salire a velocità maggiori ed allo stesso tempo significa maggiore erosione dei sentieri soprattutto in utilizzo assistenze elevate.
Continuare a leggere : è possibile sbloccare il motore significa volere il male di questo settore.
Altro aspetto che nessuno segnala sono le durate dei componenti. Magari a molti non interessa ma già oggi, con le potenze di oggi, una catena fa 1500km . Più potenza significa più usura ai componenti e anche i mozzi cominciano a soffrire.
Magari chi ha 10000 euro se ne frega dei costi di contorno ma non per tutti è così.
La rivista propone di trovare un accordo sulla potenza trai i produttori prima che intervenga l'Europa con tagliole più dannose.
Ci sono ambiti più importanti della potenza dove il riscontro in uso lo noteremmo tutti: pensiamo ad un sistema antislittamento in salita .
Scrivere regole chiari sulle garanzie e/o sulle assistenze (diritti dei consumatori) sono altri ambiti in cui c'è molto da fare.
Il terremoto ha sconquassato il mercato. Non ne siamo ancora usciti e la paura è ancora nelle aziende.
