
D-Thinking
D-THINKING - Consumer direct
Due importanti marchi che finora vendevano 'consumer direct' a breve comunicheranno un cambio di strategia 'almeno per le ebike' torneranno nei negozi fisici.
Questo perché gestire i problemi che una ebike può avere senza un punto vendita fisico, vicino ai consumatori è impossibile ed il consumatore mica può imballare ogni volta la bici...
A conferma che 'consumer direct' non è tutto oro... e i bilanci lo dimostrano.
E' una vittoria per il rivenditore tradizionale.
Basta che abbia memoria e non dimentichi chi prima ha cercato di metterlo a 90 fregandogli i clienti.
Ma so già che spesso molti hanno la memoria dei pesci e dimenticheranno cosa dicevano di questi marchi fino a ieri.

EUROBIKE - Fine di un'era?
Sono stato a tutte le precedenti edizioni. Sempre.
E mai ho visto una Fiera 'morta' come quest'anno.
Spazi vuoti - riempiti solo last minute con piazze per incontrarsi - una valanga di marchi assenti.
Secondo me almeno 35% in meno di stand.
E stand tutti più piccoli anche per chi era presente.
Motivi?
La crisi che tutti ci auguravamo terminata, sfortunatamente è ancora qui e lo sarà ancora per un anno. Quindi le precedenti stime di anno 2025 come prima riscossa per tutta Europa sono da dimenticare.
Ne consegue che molte aziende risparmiano sui costi che reputano meno utili oggi o con meno conseguenze.
Anche il format forse ha fatto il suo tempo, diversi mi hanno detto che le fiera tradizionale è in crisi (anche Ispo è nella stessa situazione).
La data è stata poi un altro errore: troppo presto. I rivenditori oggi giustamente pensano a vendere e Giugno è un mese troppo importante.
Nei molti colloqui che ho avuto con aziende di bici la vera loro preoccupazione non è DJI (è molto presente nei colloqui sia chiaro ma l'onda che ha in Italia per ora non è l'onda che hanno altri paesi) ma come riuscire a gestire una situazione dove i rivenditori oggi vorrebbero poter lavorare ed ordinare solo quando il cliente ordina a sua volta. Non stiamo parlando dei marchi top dimensionalmente che bene o male ancora un po' di forza contrattuale l'hanno ancora, parlo di aziende anche ottime ma non fondamentali al rivenditore per sopravvivere e che senza previsioni di acquisto non sanno che 'pesci pigliare' (lo stesso vale per DSB che non sa dove picchiare la testa)
Si sa che il vecchio sistema (ossia ordini fatti con largo anticipo) è forse sepolto ma allo stesso tempo si sa anche che senza un minimo di previsione/programmazione molte aziende dovranno passare a miglior vita.
Per gli accessori la situazione è migliore e piano piano si sta vedendo una normalità.
Come detto io torno non sapendo minimamente che strada pigliare e questo in oltre 30 anni è la prima volta che mi accade.
Ho visto poche cose interessanti e un paio spero di potervele presentare a breve

D-THINKING - Siamo stupidi ?
E' la domanda provocatoria che la rivista ebike-mtb si è posta e a posto ai principali responsabili aziende Ebike .
Il presupposto della rivista è che se non stiamo attenti, se le aziende stesse non si pongono limiti e regole concordate saranno poi i decisori di Bruxelles a farlo.
Oggi le Ebike godono di una agevolazione specifica (no bollo, no assicurazione, no caco obbligatorio) perchè vengono considerate mezzi per uno sviluppo sostenibile soprattutto in ambito urbano.
E - per ora - possiamo andare nella maggior parte dei sentieri aperti alle bici normali.
Prosegue dicendo che la corsa alla potenza 'non necessaria' rischia di portare più danni che vantaggi a lungo termine al settore.
Porta a sostegno della tesi due argomenti: i risultati del loro sondaggio su quale livello di assistenza un utente mtb usa in media (solo il 5% usa regolarmente il turbo) e il loro test dove una delle migliori bici in salita non è quella con maggiore potenza.
Potete leggerlo in dettaglio qui sotto.
Il mio parere.
Faccio parte di chi usa Ebike con assistenza media. Non mi interessa il tempo di risalita e non mi interessa 'non fare un pò di fatica'.
MI INTERESSA COME LA BICI SI GUIDA NEI PUNTI OSTICI IN SALITA MA SOPRATTUTTO IN DISCESA.
E' evidente tuttavia che il ciclone DJI (quindi Cina) in un mercato dominato finora da motori tedeschi influenza in parte l'analisi della rivista.
La potenza è una bellissima cosa (parlo da super malato di auto) ma il rischio di chiusura sentieri più le Ebike si avvicinano alle Emoto è concreto . Più potenza permette di salire a velocità maggiori ed allo stesso tempo significa maggiore erosione dei sentieri soprattutto in utilizzo assistenze elevate.
Continuare a leggere : è possibile sbloccare il motore significa volere il male di questo settore.
Altro aspetto che nessuno segnala sono le durate dei componenti. Magari a molti non interessa ma già oggi, con le potenze di oggi, una catena fa 1500km . Più potenza significa più usura ai componenti e anche i mozzi cominciano a soffrire.
Magari chi ha 10000 euro se ne frega dei costi di contorno ma non per tutti è così.
La rivista propone di trovare un accordo sulla potenza trai i produttori prima che intervenga l'Europa con tagliole più dannose.
Ci sono ambiti più importanti della potenza dove il riscontro in uso lo noteremmo tutti: pensiamo ad un sistema antislittamento in salita .
Scrivere regole chiari sulle garanzie e/o sulle assistenze (diritti dei consumatori) sono altri ambiti in cui c'è molto da fare.
Il terremoto ha sconquassato il mercato. Non ne siamo ancora usciti e la paura è ancora nelle aziende.
